HOME > Aree Terapeutiche > Malattie rare > Ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH)
 
as.png am.png axl.png
print.png
print.png

Autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.L. 30 giugno 2003 n. 196
Campo email obbligatorio
Invalid email
Grazie per l'interesse dimostrato nei confronti di CHIESI Italia S.p.A.. La richiesta é stata inoltrata a un rappresentante che ti contatterà al piú presto.
Autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.L. 30 giugno 2003 n. 196

Ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH)

Che cos’è

L’ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH) è una malattia genetica rara, con una incidenza stimata variabile da 1 caso su 250.000 ad 1 caso su 360.000. È caratterizzata clinicamente da livelli di colesterolo plasmatico particolarmente elevati, xantomi cutanei estesi ed un severo coinvolgimento del sistema cardiovascolare, con patologia aterosclerotica precoce e rapidamente progressiva, per questo è una malattia potenzialmente pericolosa per la vita.

 

Come si trasmette
Si tratta di una malattia genetica a trasmissione autosomica co-dominante, dovuta a una mutazione ereditata da entrambi i genitori. Nella maggior parte dei casi (90%) la mutazione riguarda il gene LDL-R, ma può interessare anche altre proteine coinvolte nel metabolismo lipidico, ad esempio la ApoB (8%), la PCSK-9 (1%), la LDLRAP1 (1%).

 

Principali segni e sintomi
I pazienti possono essere inizialmente asintomatici, presentando solamente macchie anomale sulla pelle, depositi di grasso cutaneo su gomiti, ginocchia e tendini (xantomi), palpebre (xantelasmi) occhi (arco corneale) ad insorgenza precoce e soffio cardiaco nell’area aortica. Il difetto genetico ereditato da entrambi i genitori che altera il gene LDL-C riduce il funzionamento del recettore responsabile della rimozione del colesterolo «cattivo». Ciò dà origine ad una precoce e progressiva aterosclerosi, ovvero il restringimento o il blocco delle arterie che, tipicamente, sono a carico della radice aortica, con conseguente compromissione di osti coronarici, carotide, aorta discendente e arterie renali e ileo-femorali. Depositi di colesterolo e calcio, fibrosi e infiammazione dell’aorta e delle cuspidi valvolare, con possibile potenzialmente pericolosa per la vita insorgono principalmente nei primi vent’anni di vita del paziente. 

 

Diagnosi

La diagnosi precoce dell’HoFH è determinante al fine di intervenire tempestivamente per evitare lo sviluppo di vasculopatia aterosclerotica e coronaropatia, che limitano significativamente l’aspettativa di vita; in assenza di trattamento il decesso sopraggiunge, in media, a 18 anni, ma con morti attestate anche prima dei 5 anni. Proprio la precocità dell’insorgenza e la repentinità dell’aggravarsi della patologia sottolinea quanto sia indispensabile avviare con urgenza terapie volte a prevenire o ritardare le complicanze cardiovascolari.

Attualmente, in caso di sospetto di HoFH sono disponibili algoritmi diagnostici. Una volta identificata la malattia, i pazienti dovrebbero essere indirizzati a centri di terzo livello specializzati al fine di avviare un trattamento tempestivo ed aggressivo con farmaci sia consolidati che innovativi, efficaci nel migliorare il quadro lipidico e cardiovascolare del paziente.

In Italia un numero significativo di pazienti HoFH riceve trattamenti adeguati e, per tale motivo, la loro aspettativa di vita è destinata ad aumentare.

 

ALTRE PATOLOGIE