Che cos’è
L’ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH) è una malattia genetica rara, con una incidenza stimata variabile da 1 caso su 250.000 ad 1 caso su 360.000. È caratterizzata clinicamente da livelli di colesterolo plasmatico particolarmente elevati, xantomi cutanei estesi ed un severo coinvolgimento del sistema cardiovascolare, con patologia aterosclerotica precoce e rapidamente progressiva, per questo è una malattia potenzialmente pericolosa per la vita.
Come si trasmette
Si tratta di una malattia genetica a trasmissione autosomica co-dominante, dovuta a una mutazione ereditata da entrambi i genitori. Nella maggior parte dei casi (90%) la mutazione riguarda il gene LDL-R, ma può interessare anche altre proteine coinvolte nel metabolismo lipidico, ad esempio la ApoB (8%), la PCSK-9 (1%), la LDLRAP1 (1%).
Principali segni e sintomi
I pazienti possono essere inizialmente asintomatici, presentando solamente macchie anomale sulla pelle, depositi di grasso cutaneo su gomiti, ginocchia e tendini (xantomi), palpebre (xantelasmi) occhi (arco corneale) ad insorgenza precoce e soffio cardiaco nell’area aortica. Il difetto genetico ereditato da entrambi i genitori che altera il gene LDL-C riduce il funzionamento del recettore responsabile della rimozione del colesterolo «cattivo». Ciò dà origine ad una precoce e progressiva aterosclerosi, ovvero il restringimento o il blocco delle arterie che, tipicamente, sono a carico della radice aortica, con conseguente compromissione di osti coronarici, carotide, aorta discendente e arterie renali e ileo-femorali. Depositi di colesterolo e calcio, fibrosi e infiammazione dell’aorta e delle cuspidi valvolare, con possibile potenzialmente pericolosa per la vita insorgono principalmente nei primi vent’anni di vita del paziente.
Diagnosi
La diagnosi precoce dell’HoFH è determinante al fine di intervenire tempestivamente per evitare lo sviluppo di vasculopatia aterosclerotica e coronaropatia, che limitano significativamente l’aspettativa di vita; in assenza di trattamento il decesso sopraggiunge, in media, a 18 anni, ma con morti attestate anche prima dei 5 anni. Proprio la precocità dell’insorgenza e la repentinità dell’aggravarsi della patologia sottolinea quanto sia indispensabile avviare con urgenza terapie volte a prevenire o ritardare le complicanze cardiovascolari.
Attualmente, in caso di sospetto di HoFH sono disponibili algoritmi diagnostici. Una volta identificata la malattia, i pazienti dovrebbero essere indirizzati a centri di terzo livello specializzati al fine di avviare un trattamento tempestivo ed aggressivo con farmaci sia consolidati che innovativi, efficaci nel migliorare il quadro lipidico e cardiovascolare del paziente.
In Italia un numero significativo di pazienti HoFH riceve trattamenti adeguati e, per tale motivo, la loro aspettativa di vita è destinata ad aumentare.