La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una patologia delle vie aeree e del parenchima polmonare, caratterizzata da ostruzione bronchiale persistente e solo parzialmente reversibile, causata da aumentata risposta infiammatoria cronica delle vie aeree a particelle nocive o gas. I sintomi che caratterizzano la broncopneumopatia cronica ostruttiva sono la tosse cronica, la dispnea e la produzione cronica di catarro. Il quadro sintomatologico del paziente può aggravarsi durante le riacutizzazioni.
Il meccanismo fisiopatologico alla base dell’ostruzione bronchiale di questi pazienti è duplice: da una parte si possono avere aumenti delle resistenze a carico delle piccole vie aeree che risultano infiammate con pareti ispessite, dall’altra si può innescare una progressiva perdita di parenchima polmonare con conseguente riduzione del ritorno elastico dei polmoni. I due fenomeni sopra descritti possono coesistere ed in ogni caso il risultato è la riduzione del flusso respiratorio.
Tra i fattori di rischio per l’insorgenza della broncopneumopatia cronica ostruttiva ne esistono di natura genetica, ma, in linea generale, i principali sono di natura ambientale. In primis va annoverato il fumo di sigaretta, ma ne esistono altri (inquinamento domestico, legato alla cottura dei cibi o al riscaldamento, inquinamento ambientale, esposizioni professionali). Sono stati poi identificati fattori di rischio secondari quali tra cui età, genere, status socio-economico, presenza di infezioni respiratorie o di asma o bronchite cronica. In genere la broncopneumopatia cronica ostruttiva è associata a maggior rischio di sviluppare comorbidità quali ad esempio malattie cardiovascolari, osteoporosi, diabete, tumore polmonare e bronchiectasie, che incrementano il rischio di ospedalizzazioni o di morte.
Differentemente dall’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva insorge in genere in età adulta, poiché il suo sviluppo è dato da una costante e duratura esposizione ai fattori di rischio.1