Presentato oggi a Milano il nuovo Rapporto della Fondazione Edison: le Industrie FAB13 crescono soltanto all’estero - le tredici multinazionali farmaceutiche italiane che hanno “cuore e cervello” in Italia dove continuano ad investire.
Milano, 17 marzo 2025 – è stato presentato oggi a Milano, presso il Palazzo Edison, l’ultimo Rapporto di Fondazione Edison dedicato alle FAB13, le storiche multinazionali, a capitale italiano, del Made in Italy farmaceutico, facenti parte di Farmindustria. In un dialogo tra il Professor Marco Fortis, Vicepresidente di Fondazione Edison, e il Dottor Sebastiano Barisoni, Vicedirettore esecutivo di Radio24, sono stati analizzati i risultati ottenuti dall’industria farmaceutica italiana negli ultimi 20 anni in termini di crescita della produzione, occupazione, ricerca e sviluppo, innovazione ed export.
L'industria farmaceutica italiana si distingue come uno dei settori trainanti del Made in Italy, e le FAB13 – che includono Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon – confermano la loro centralità nell'innovazione, nella ricerca e nella crescita economica del Paese. Secondo il Rapporto, queste imprese hanno registrato un fatturato complessivo di 16,8 miliardi di euro, dei quali 12,8 miliardi realizzati sul mercato estero. Le vendite all’estero rappresentano il 76% del fatturato totale e il 100% della crescita degli ultimi 5 anni. Le FAB13 continuano il loro percorso di espansione globale. Con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo, le stesse hanno consolidato la loro presenza internazionale: mantenendo, al contempo, la direzione strategica e decisionale in Italia, dove le vendite interne, al contrario di quanto accade sui mercati esteri, risultano stazionarie.
Le tredici farmaceutiche italiane, infatti, sono riconosciute come uno dei “Sette” settori di eccellenza del Made in Italy, affiancando comparti strategici come la meccanica, l’alimentare e la moda.
Marco Fortis, vicepresidente e coordinatore della Fondazione Edison, ha dichiarato: “Le FAB13 hanno saputo, da un lato, mantenere i valori della lunga storia di molte di esse e, dall’altro, puntare su un nuovo futuro fatto di investimenti e tecnologie innovative; hanno saputo puntare sull’internazionalizzazione, mantenendo tutte «cuore e cervello» in Italia. Questo gruppo di 13 imprese – prosegue Fortis - ha superato i 16 miliardi di euro di volume di affari, trainato dal fatturato estero e in particolar modo dalle esportazioni, che ammontano ad una cifra di tutto rispetto: 6,2 miliardi di euro (nel 2023). Per dare l’ordine di grandezza, si pensi che il valore della produzione italiana delle FAB13 che viene esportata è superiore all’export totale dell’Italia in India (5,2 miliardi) e non molto distante dall’export totale dell’Italia in Giappone (8 miliardi). E ancora: i 6,2 miliardi di export italiano delle sole FAB13 si collocano tra l’export di 2 colossi dell’eccellenza del Made in Italy: le navi da crociera (4,2 miliardi) e i vini (7,8 miliardi). L’incremento delle esportazioni delle FAB13 nel 2023 (+1 miliardo di euro) da solo ha compensato oltre 1/3 del calo dell’export complessivo italiano di tutti i prodotti verso la Germania -2,8 miliardi)”.
Nel 2023, le FAB13 hanno investito complessivamente 3,4 miliardi di euro, di cui oltre un miliardo destinato alla Ricerca & Sviluppo, in crescita del 12% rispetto all'anno precedente. Un impegno significativo è stato dedicato anche alle acquisizioni internazionali, con un investimento di 1,7 miliardi di euro per rafforzare il portafoglio prodotti e l’accesso ai mercati esteri. Questi investimenti, che rappresentano oltre il 50% delle risorse totali, testimoniano l’impegno delle aziende nel mantenere elevati standard qualitativi e tecnologici, sviluppando farmaci innovativi, terapie personalizzate e trattamenti per malattie rare.
Va poi sottolineato che, pur avendo una forte presenza internazionale, queste aziende consolidano tutti i loro bilanci in Italia, garantendo un contributo fiscale rilevante per il Paese, che si traduce in risorse essenziali per il finanziamento della sanità pubblica e della ricerca scientifica. È significativo anche l’impatto che il settore ha sull’occupazione. Sono oltre 47.000 le persone che oggi lavorano nel comparto, di cui quasi 15.000 in Italia (questi rappresentano circa il 22% degli addetti dell’intera industria farmaceutica), con una crescita del 3% rispetto all’anno precedente. Le FAB13 confermano così il loro ruolo di attori chiave nella valorizzazione delle competenze italiane e nella creazione di opportunità di lavoro qualificato.
Durante la presentazione del Rapporto, le tredici hanno messo in luce alcune necessità fondamentali per il futuro del settore. “I dati emersi dal Rapporto di Fondazione Edison ci confermano che stiamo andando nella giusta direzione: le FAB 13 sono oggi un motore strategico dell’industria farmaceutica italiana”, dichiara Alberto Chiesi, Presidente delle industrie farmaceutiche italiane FAB13. “È dunque più che mai necessario consolidare la nostra competitività globale e continuare a generare valore per il Paese: abbiamo bisogno che le istituzioni siano al nostro fianco, perché è fondamentale un impegno forte e congiunto per affrontare le sfide future. Essere al nostro fianco non deve essere inteso nel senso di sostegno economico, ma nell’evitare di introdurre scelte normative che pregiudichino l’efficienza competitiva raggiunta”. Tra queste, una maggiore comunicazione con i decisori per sensibilizzare sul valore strategico della farmaceutica, un sistema normativo più chiaro e stabile che favorisca gli investimenti e riduca la burocrazia, il rafforzamento della tutela brevettuale per proteggere l’innovazione e attrarre nuovi investimenti in ricerca e la riduzione della pressione fiscale con la creazione di incentivi per rendere l’Italia un hub di riferimento per la farmaceutica. È stato inoltre sottolineato il bisogno di sostenere la ricerca sui farmaci orfani e sulle terapie innovative, di migliorare la sinergia tra università e imprese per formare e trattenere talenti nel settore scientifico e di semplificare le procedure di approvazione e accesso ai farmaci, con particolare attenzione alla riduzione delle disomogeneità regionali.
Il Rapporto presentato oggi conferma dunque che le FAB13 rappresentano un pilastro dell’industria farmaceutica italiana e internazionale. Il loro contributo all’economia nazionale è fondamentale non soltanto in termini di crescita e occupazione, ma anche per il posizionamento dell’Italia tra i leader globali del settore farmaceutico.